CARO BENZINA … COME DIFENDERSI?

CARO BENZINA .. QUALCHE DRITTA SU COME DIFENDERSI ..
l prezzo del petrolio cala, quello della benzina no: come risparmiare alla pompa?
La quotazione del petrolio è in calo. Ma il prezzo alla pompa, vertiginoso, non scende. Perché? Lo spieghiamo qui. E vi diciamo anche come minimizzare i danni al portafoglio.
La notizia arriva, nei primi giorni di giugno, dalla Borsa di New York: il prezzo al barile è sceso a 51,68 dollari, una flessione del 3,37%. Rispetto ad aprile, quando era stato raggiunto il picco, la perdita è del 22%. Non è la prima volta che succede. Anche il prezzo del petrolio fluttua: qualche volta sale, qualche volta scende. Chiaro. Non tanto chiaro, per non dire oscuro, invece, è come mai il prezzo della benzina, che si ricava dal petrolio, anziché fluttuare, salga in continuazione. Se sale quando il petrolio rincara (fastidioso, ma almeno comprensibile), perché non scende quando il petrolio cala? Incomprensibile e, perciò, doppiamente fastidioso.
Tutti si ricordano degli aumenti improvvisi, come quelli di pochi giorni prima (che tempismo!) del «ponte» di Pasqua: l’apprezzamento della materia prima stato subito trasferito, dalle compagnie, sul costo alla pompa. Cioè sulle spalle degli automobilisti. Fa niente se il carburante in distribuzione su strade e autostrade era stato stoccato nelle aree di servizio prima della fiammata del greggio. Le cause della fluttuazione del prezzo del greggio sono molte. Anche lo scenario politico internazionali conta: in aprile sono state principalmente le tensioni fra Iran e USA a innescare l’aumento del petrolio ancora prima che scoccasse una vera scintilla di crisi, con il paventato, conseguente blocco dell’estrazione. Risultato: in Italia il prezzo alla pompa ha sfondato la soglia dei 2 euro al litro per la benzina, nelle aree «servito» in autostrada. In questi primi giorni di giugno è in atto un «riflusso» della quotazione, eppure alla pompa di sensibili conseguenze non c’è traccia. Il prezzo è sceso, per carità, ma di pochissimo, non certo del 22% (il calo fatto registrare dal petrolio dal picco delle quotazioni di aprile).Comunque la metti, a smenarci è sempre l’automobilista. Come mai? Semplice: la componente «materia prima» (cioè il prezzo del barile di petrolio) incide ben poco sul costo finale del carburante. Che è appesantito da Iva e accise. Così, quando il petrolio sale, il prezzo s‘impenna. Mentre quando scende, petrolieri e gestori «recuperano margine». Prendiamone atto e, se lor signori (cioè: i governanti) permettono, ricordiamocene quando sentiremo, in prossimità di nuove elezioni, reboanti promesse di abolire le accise del carburante. Secondo una proiezione di qualche mese fa, azzerando le accise in Italia la benzina costerebbe 0,3 centesimi in meno rispetto alla media europea, il gasolio circa 2 centesimi in meno (ora gli italiani pagano circa 15 centesimi in più per il gasolio e 11 per la benzina). L’ultimo ad annunciare la svolta «salvaportafoglio» è stato Matteo Salvini, che alla vigilia delle elezioni politiche del 4 marzo 2018 si impegnava a far passare al primo Consiglio dei ministri , in caso di vittoria della Lega, il taglio delle accise. Siamo ancora qui ad aspettare, e il Consiglio dei ministri si è riunito parecchie volte. Visto che, al momento, la politica non aiuta, è possibile contenere i danni? È possibile difendersi? Sì, è possibile risparmiare un po’. Vediamo come.l prezzo del carburante non è uguale in tutti i distributori. In autostrada e nei centri storici delle città è più alta. I gestori giocano sulla necessità: chi resta in riserva in questi contesti ha poca scelta e deve per forza fermarsi. Nei centri commerciali e alle pompe «no logo» (cioè quelle non affiliate ai grandi marchi) si risparmia un po’. Programmare i rifornimenti in modo da fermarsi sempre nel posto giusto significa risparmiare anche decine di euro al mese, se si viaggia parecchio. Attenti anche all’orario: spesso gli impianti self service applicano una maggiorazione notturna. La qualità della benzina no logo? Niente paura. Questi impianti si riforniscono alle stesse raffinerie dei grandi marchi e sono soggetti agli stessi controlli (sulla qualità e sul quantitativo erogato alla pompa). Il prezzo più basso spesso si ottiene negli impianti legati ai centri commerciali: i i supermercati rinunciano a parte del guadagno per attirare i clienti nei loro negozi.Un’auto trascurata consuma e inquina di più. I filtri (dell’aria e del carburante) puliti e un olio di ultima generazione, a basso attrito a freddo, fanno una sensibile differenza. Dunque è necessario controllare e sostituire alla scadenza prevista dal costruttore. La pressione delle gomme è molto importante: lo pneumatico sgonfio fa più attrito con la strada, dunque fa consumare più carburante e si degrada precocemente. Se il gonfiaggio scende sotto il valore di 1,5 bar siamo addirittura in una zona di pericolo. Poi ci sono gomme e gomme. Se puntate al risparmio, al momento di cambiarli sceglietene uno a basso attrito di rotolamento: sono quelli che sull’etichetta riportano «classe A». I peggiori, invece, dal punto di vista dell’efficienza, sono quelli ci «classe G». Altro trucco per consumare di meno: quando fa caldo è meglio utilizzare il climatizzatore anziché abbassare i finestrini. Il peso incide sul consumo: non lasciate troppa roba nell’auto, nel bagagliaio. Alterare il profilo aerodinamico dell’auto con un portapacchi significa sprecare carburante: se proprio non si può fare a meno di utilizzarlo, per esempio per andare in vacanza, è bene smontarlo quando non serve, cioè appena arrivati sul posto.Un’importante fonte di risparmio è lo stile di guida. Un’andatura moderata e progressiva, il piede leggero sull’acceleratore,fanno la differenza. Il serbatoio si svuota più in fretta se si «sgasa» a vuoto, se si tirano le marce fino alla zona alta del contagiri, se si marcia veloci. Per ridurre i consumi basta accarezzare l’acceleratore, passare al rapporto superiore appena il motore tiene la marcia, non eccedere con la velocità e soprattutto cercare di anticipare il traffico per essere fluido, ridurre gli stop and go. Anche il navigatore può venire in aiuto: alcuni hanno la possibilità di scegliere il tragitto «eco», che sulla carta dovrebbe far consumare meno. In città scegliere il percorso più breve potrebbe essere una buona opzione. Altra buona idea è evitare di mettersi in macchina nelle ore di punta, potendo scegliere.Il carburante, gasolio o benzina, contiene una percentuale minima di «bio», ossia di produzione biologica. È più «sostenibile», dunque. Ma richiede anche qualche attenzione in più. La componente di origine biologica può dar luogo a colonie di batteri e a formazione di alghe nel serbatoio e nelle condotte di alimentazione. Per questo un paio di volte l’anno è bene versare nel serbatoio un additivo specifico per la pulizia del sistema di alimentazione con effetto «algacida»: si trova nei negozi di accessori e su Internet. Una piccola spesa che mette al riparo da guai molto onerosi.

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