GATTO DELLE NEVI…UN MOSTRO LEGGERO DA 530 CAVALLI

Ai comandi del mega gatto delle nevi: il test da brividi sulle Dolomiti.Ecco l’esperienza e il racconto di chi l’ha provato.
l Prinoth Leitwolf X è un «mostro»-battipista (italiano) da 530 cavalli, 14 tonnellate di peso e 9 metri di lunghezza. Una supersportiva che fa i 13 km orari… I 500 cavalli lo definiscono subito come una supercar, ma è capace di regalare emozioni fin dai 10 chilometri orari. Le dimensioni sono generose: è lungo nove metri e largo tre e monta un motore 13 litri Mercedes grande come un scooter. Siamo ai comandi del Prinoth Leitwolf X, un gatto delle nevi made in Italy (più precisamente a Vipiteno, in Trentino-Alto Adige) che nonostante le 14 tonnellate di peso si muove in scioltezza sulla pista di neve fresca.Saliti in cabina già viene voglia di guidarlo. La poltrona di guida (chiamarlo sedile è riduttivo) si trova al centro di un’ampia vetrata: davanti c’è il panorama mozzafiato di San Candido, una delle perle delle Dolomiti. In questo periodo natalizio si vedono le casette con tetto spiovente illuminate da calde luci gialle e rosse. Sembra un presepe, è incantevole, ma non è il momento di distrarsi. L’avventura è dietro di noi, in montagna, sulle piste del comprensorio sciistico delle Tre Cime, luogo perfetto per scatenare l’impressionante coppia massima di 2.460 Nm a 1.300 giri/minuti di questo «mostruoso» Leitwolf X.Diamo uno sguardo ai comandi: a sinistra della poltrona ci sono le due leve che controllano i cingoli, a destra un joystick che comanda i diversi strumenti. Sotto, un solo pedale. E poi c’è lo schermo, che grazie al Gps e a un sistema di triangolazione permette di vedere quando è profonda la neve in ogni zona della pista così da ridistribuirla. L’accensione è qualcosa di futuristico. Si devono premere tre tasti: meglio essere sicuri che il guidatore sia ben presente a se stesso prima di lasciargli in mano questo «carro armato» che pesa come un Tir.Ingraniamo entrambe le leve in avanti, come su un jet, tocchiamo appena il pedale e il «gatto» (che gli esperti del settore chiamano battispista) prende giri e inizia a muoversi. Mandiamo ancora più a fondo le leve e prendiamo velocità. Siamo a 10 km/h, il massimo è 13, ma sembra di essere a 100… Il fondo sconnesso viene affrontato come se fosse liscio come un telo da poker e il merito è delle sospensioni attive e del sedile ammortizzato. Solo dopo un po’ ci si accorge di essere su un cingolato e questa scoperta apre un mondo: può girare su se stesso. Una leva rimane avanti, una va indietro ed ecco che la cabina ruota come una ballerina in tutù. Meglio però non esagerare o si rischia di trovarsi in un frullatore.Nonostante la mole risaliamo la pista senza colpo ferire ma quando la pendenza si fa davvero aggressiva ecco che attiviamo il primo strumento: il verricello. Scesi dal mezzo lo agganciamo a un albero: ora possiamo affrontare praticamente qualsiasi pendenza. Ancora qualche decina di metri ed eccoci al varco. Siamo a picco. Vediamo ancora il fondovalle di fronte a noi però in verticale e il paese c’è sempre ma molto più in basso. Se scendessimo ora dall’ampio portellone scivoleremmo a valle come una palla di neve e anche a bordo si deve stare attenti. Ed ecco la regola aurea del perfetto «gattista»: puntellarsi sempre mettendo le gambe avanti. Altrimenti, con il mezzo inclinato, si rischia di cadere faccia avanti verso il parabrezza.Potenza ed emozioni si rincorrono senza sosta ma per capire davvero la complessità di questo mezzo bisogna scendere e vederlo da dietro. Praticamente non lascia impronte. Il nostro scarpone va molto più a fondo e da qui viene il suo nome: si muove leggiadro sulla sottile coltre bianca proprio come un gatto. A livello fisico possiamo vederlo come una zattera: grazie all’ampia superficie e alla equilibrata distribuzione del peso solca il «mare» senza affondare eppure basta fare un balzo al di là per trovarci coperti d’acqua. O di neve.L’altro lato inaspettato è la facilità di guida. Far muovere il mezzo avanti e indietro è un gioco da bambini ma il pilota di queste belve deve anche smuovere la neve con la grande lama anteriore, sbriciolarla con la fresa posteriore e controllare il verricello. Il tutto con una sola mano, la destra, e uno strumento, il joystick, che richiede una sensibilità da chirurgo. La mano muove avanti e indietro gli strumenti mentre i tasti stabiliscono quale di questi attivare. C’è poi un altro aspetto: il gatto è una sorta di centrale indipendente a gasolio. Il motore da 530 cavalli alimenta tutto il sistema ed è il manovratore a stabilire quanta potenza conferire a cingoli, verricello, lama e fresa. Tutto in contemporanea, con movimenti coordinati come in un balletto. E ancora non è finita perché la pista deve seguire il profilo naturale del terreno, non può avere sbalzi eccessivi né solchi. Quando andiamo a sciare vogliamo una distesa bianca perfetta e il pilota deve venderci questo sogno senza sbagliare.Come raccontano alla Prinoth, la perfezione ha comportato anche altre due sfide tecnologiche. Numero uno: i gas di scarico. Nessuno vorrebbe un panorama da cartolina con sbuffi neri che si innalzano minacciosi né tantomeno sentire puzza di gasolio che qui, nell’aria tersa, si avvertirebbero da centinaia di metri di distanza. Così, quei 2.460 Nm di coppia massima devono rilasciare gas inodore e c’è un filtro grande più o meno come un motore automobilistico che trattiene ogni particella. Abbiamo avvicinato il naso al tubo di scarico e non si sente granché. Problema numero due: il colore. La neve è bianca e deve rimanere tale. Il «gatto» non può permettersi alcun tipo di perdite. Una goccia d’olio rilucerebbe come una pallina di Natale illuminata a giorno, una macchia di gasolio rovinerebbe il nostro costoso sogno invernale. Ma il Leitwolf X è discreto anche in questo.L’avventura è finita. A malincuore lasciamo il «gatto» nelle mani sapienti dell’operatore. È stata una bella avventura e l’avremmo fatta durare di più, ma il turismo non può aspettare. Le piste devono essere pronte per domattina e gli sciatori non ammettono sconti: il «gattista» dovrà lavorare tutta la notte, come ogni notte, per regalare loro un sogno guidando con fare da equilibrista un elefante che si muove come una farfalla. Una farfalla da 530 cavalli.

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