SPARATORIA A SEGRATE – MILANO

Segrate, paura durante la rapina: sparatoria tra banditi e vigilantes. Il giallo: chi ha sparato per primo?
a fuoco nel posteggio del Bricoman. Un malvivente ha esploso sei colpi, una guardia giurata nove. Esclusa la pista delle gang pugliesi esperti di assalti ai blindati. Resta da capire chi abbia sparato per primo.
Aspettano dentro una Ford «Fiesta» nera. Hanno cappucci, cappelli, scalda-collo per coprirsi la faccia. Hanno una pistola caricata con cartucce 9 per 21. Hanno fatto i sopralluoghi e sanno che quella è l’ora, che quello è il giorno. Mattina presto: il momento in cui il furgone portavalori della Mondialpol passa a ritirare il denaro del Bricoman di Segrate. Un lunedì, quando il sacco che le due guardie giurate hanno appena prelevato dalla casa continua del grande magazzino è con certezza «gonfio».
Le armi puntate
I tre rapinatori saltano fuori dall’auto in quel momento: durante i pochi secondi che servono ai vigilantes per tornare dalla cassa al furgone. Lo scenario è il piazzale ampio e vuoto con siepi, marciapiedi e parcheggio davanti al Bricoman, tra via Piaggio e via Lambretta, a poche centinaia di metri dalla rotonda di via Rombon e della statale Cassanese. Una (teorica) buona via di fuga, se il colpo filasse via «pulito». Ma su quel piazzale i rapinatori si materializzano con l’arma puntata. La guardia giurata con le mani libere reagisce di scatto, estrae la pistola dalla fondina e la punta verso gli aggressori. Questa è l’immagine che resta impressa nelle telecamere di sicurezza: poi la catena degli eventi precipita nel caos. Mancano un paio di minuti alle 7.30 di lunedì mattina.
Il primo tiro
Ora i carabinieri della squadra «rapine» del Nucleo investigativo di via Moscova e quelli della compagnia di San Donato stanno cercando di mettere ordine nella sequenza. Capire chi ha sparato per primo potrebbe essere un passaggio decisivo. Perché il conflitto a fuoco è stato rapido, feroce, e scoperto, nel senso che almeno nella primissima fase rapinatori e guardie giurate si sono sparati addosso in uno spazio vuoto. Pochi secondi in cui il rapinatore esplode sei colpi e la guardia più anziana della pattuglia (59 anni) spara per nove volte. Fanno quindici colpi. Vanno tutti a vuoto. I carabinieri della «Rilievi» ne isoleranno le tracce davanti all’ingresso del grande magazzino, in strada, dall’altra parte del vialetto. È un «mezzo miracolo» che le traiettorie di quelle quindici pallottole non abbiano lasciato a terra un morto, o un ferito grave. In realtà un ferito c’è: si tratta del capo della scorta della Mondialpol, 44 anni, colpito alla gamba e al volto da schegge, e resta da capire se siano di proiettile o di qualche oggetto che s’è frantumato nella sparatoria, mentre le persone coinvolte cercavano riparo. Il grande magazzino a quell’ora era ancora chiuso e non c’erano passanti.
La «doppia» fuga
Dopo il conflitto a fuoco i rapinatori corrono verso l’auto, partono e in pochi secondi si perdono nel traffico del mattino che scorre fluido in direzione contraria all’ingresso a Milano. Le due guardie giurate non ferite s’accertano delle condizioni del collega, poi (probabilmente ancora spaventati e preoccupati che l’azione possa andare avanti) lo caricano sul furgone e corrono verso il pronto soccorso dell’ospedale San Raffaele. A terra davanti al Bricoman, sotto una pioggia leggera, restano un sacco con il denaro e il carrellino blu che serviva per spostarlo. I carabinieri stanno incrociando immagini e testimonianze per definire nei dettagli la dinamica e stanno lavorando sulle telecamere del centro commerciale alla ricerca dei passaggi della Fiesta nera.
Le piste dei carabinieri
A Segrate è stata una rapina e non un assalto al porta valori. Questo già esclude che possa essersi trattato delle gang pugliesi di Cerignola, quelle che di solito attaccano i furgoni blindati in giro per l’Italia, ma che lo fanno sempre con operazioni paramilitari e di solito durante i percorsi in autostrada: perché puntano all’intero carico e non soltanto a un singolo «prelievo», obiettivo invece dei rapinatori di Segrate. Per tracciarne un profilo sarà comunque utile capire chi abbia sparato per primo. È la differenza che corre tra un bandito che minaccia e al rifiuto di consegnare i soldi spara e quello che, al contrario (se fosse stata la guardia a sparare per prima), risponde al fuoco per difendersi e per coprirsi la fuga.

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